L’impronta climatica o Carbon Footprint (CF) è un indicatore ambientale dell’impatto che le attività umane hanno sui cambiamenti climatici.

La Carbon Footprint è la misura dell’ammontare totale di gas ad effetto serra (Greenhouse Gases – GHG) emessi direttamente o indirettamente da un’attività, un’azienda, una persona, un evento o un prodotto, sia esso un bene o un servizio. Viene espressa come anidride carbonica equivalente (CO2 eq).

La misurazione della CF di un prodotto o di un processo richiede in particolare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi del ciclo di vita dello stesso.

Nel calcolo della CF si tiene conto di tutti i gas climalteranti previsti dal Protocollo di Kyoto: diossido di carbonio (CO2), ossido di diazoto (N2O), metano (CH4), esafluoruro di zolfo (SF6), idrofluorocarburi (HFCs) e perfluorocarburi (PFCs).
Dal 2012, con l’emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto, viene considerato anche il trifluoruro di azoto (NF3).

Ciascuno di questi gas contribuisce in maniera diversa all’effetto serra; per questa ragione si parla di CO2 equivalente poiché viene considerato il contributo di ciascun gas opportunamente corretto rispetto al contributo della CO2 che viene posto uguale ad 1: ad esempio il metano ha un potenziale serra 25 volte superiore rispetto alla CO2 e, per questo, una tonnellata di metano viene contabilizzata come 25 tonnellate di CO2 equivalente.

La CO2 eq viene calcolata moltiplicando le emissioni di ciascun gas serra per il suo potenziale di riscaldamento o Global Warming Potential (GWP).
Il GWP è una misura relativa di quanto calore intrappola nell’atmosfera una determinata massa di gas ad effetto serra, in confronto al calore intrappolato dalla stessa massa di CO2 in uno specifico intervallo di tempo (normalmente 100 anni). Quindi, questo indice è basato su una scala relativa che confronta il gas considerato con un’uguale massa di CO2, il cui GWP è per definizione pari a 1.

I GWP vengono aggiornati dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change – UN).

Carbon Footprint dei prodotti e delle organizzazioni

La Carbon footprint di prodotto (CFP)

La Carbon footprint di prodotto (CFP) quantifica le emissioni di gas ad effetto serra (GHG -Greenhouse Gases) di un bene o servizio e viene definita come la somma delle emissioni e rimozioni totali di gas climalteranti del sistema che genera un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita.

La CFP è uno strumento di mercato su base volontaria il cui riferimento è la norma UNI EN ISO 14067:2018 che definisce requisiti e linee guida per la quantificazione della CFP, basandosi sugli standard internazionali di riferimento per gli studi di Life Cycle Assessment-LCA.

Il Life Cycle Assessment, la metodologia utilizzata per il calcolo della Carbon Footprint, è lo strumento tecnico per individuare e quantificare i carichi ambientali complessivi di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita “from cradle to grave” (dalla “culla alla tomba”), secondo diverse categorie di impatto (eutrofizzazione acque, riscaldamento climatico, consumo di risorse, consumo di acqua,….).

Immagine – Life Cycle Assessment (LCA)

UNI EN ISO 14067:2018 Gas ad effetto serra – Impronta climatica dei prodotti (Carbon footprint dei prodotti) – Requisiti e linee guida per la quantificazione

La norma specifica principi, requisiti e linee guida per la quantificazione e la rendicontazione dell’impronta climatica dei prodotti (Carbon Footprint dei Prodotti – CFP) conformemente alle norme internazionali sulla valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA) (ISO 14040 e ISO 14044).

I punti fondamentali della norma ISO 14067 riguardano: principi di riferimento, metodologia per la quantificazione della CFP e rapporto dello studio di CFP.
La CFP si basa su uno studio LCA la cui analisi si limita alle emissioni che hanno effetto sul cambiamento climatico e viene espressa in termini di CO2 eq.

Lo studio prende in considerazione le emissioni collegate all’estrazione e trasformazione della materia prima, quelle legate alla produzione, al trasporto, all’utilizzo fino allo smaltimento finale del prodotto.

La CFP consente di individuare le fasi maggiormente critiche in termini di emissioni GHG, rendendo possibile l’attuazione di interventi di riduzione delle stesse.

Ulteriori riferimenti per la quantificazione della carbon footprint di prodotto sono la Carbon Reduction Label della Carbon Trust, per il cui calcolo si segue la specifica PAS 2050 (Public Available Specification) e la Climate Declaration, sviluppata nell’ambito del sistema internazionale Environdec. Per Climate Declaration s’intende una comunicazione estratta da una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).

Dichiarazione ambientale di prodotto (EDP)

Dichiarazione Ambientale di Prodotto (Environmental Product Declaration – EPD) è uno schema di certificazione volontaria, nato in Svezia ma di valenza internazionale, che rientra fra le politiche ambientali comunitarie (rif.to Politica Integrata di Prodotto – IPP).

La EPD è sviluppata in applicazione della norma UNI EN ISO 14025:2010 (Etichette e dichiarazioni ambientali – Dichiarazioni ambientali di Tipo III) e rappresenta uno strumento per comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale di prodotti e servizi. Le prestazioni, riportate nella EPD, devono basarsi sull´Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment – LCA) in accordo con le norme della serie ISO 14040, fondamento metodologico da cui scaturisce l´oggettività delle informazioni fornite.

L’obiettivo principale di una EPD è quello di fornire informazioni rilevanti, verificate e confrontabili relative all’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio.

La EPD:
– è applicabile a tutti i prodotti o servizi, indipendentemente dal loro uso o posizionamento nella catena produttiva;
– consente confronti tra prodotti o servizi funzionalmente equivalenti;
– viene verificata e convalidata da un organismo indipendente che garantisce la credibilità e veridicità delle informazioni contenute nello studio LCA e nella Dichiarazione.

A livello nazionale, dal 2016 è attivo il Program Operator EPDItaly – EPDItaly – EPD Italy, che opera in tutti i settori merceologici e che è socio fondatore di ECO Platform, un’associazione no-profit internazionale che ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo di Dichiarazioni Ambientali di Prodotto nel settore delle costruzioni.

Per i prodotti da costruzione, le EPD vengono sviluppate avendo a riferimento la norma UNI EN 15804:2019 dal titolo Sostenibilità delle costruzioni – Dichiarazioni ambientali di prodotto – Regole quadro di sviluppo per categoria di prodotto. Tale norma fornisce regole quadro per categoria di prodotto (PCR quadro) per l’elaborazione di dichiarazioni ambientali di tipo III per ogni tipo di prodotto e servizio per le costruzioni.

La Carbon footprint di organizzazione (CFO)

La Carbon footprint di organizzazione (CFO) consiste nella quantificazione e rendicontazione delle emissioni, dirette o indirette di gas effetto serra (GHG) connesse all’organizzazione.

Gli standard di riferimento sono il “GHG Protocol” o, in alternativa, la norma UNI EN ISO 14064, che consta di 3 parti ed è stata revisionata nel 2019:

UNI EN ISO 14064-1:2019

Gas ad effetto serra – Parte 1: Specifiche e guida, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro rimozione

La norma specifica i principi e i requisiti, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) e della loro rimozione. Essa include i requisiti per la progettazione, lo sviluppo, la gestione, la rendicontazione e la verifica dell’inventario dei gas ad effetto serra di un’organizzazione. La serie ISO 14064 è neutrale rispetto ai programmi relativi ai gas ad effetto serra. Se un programma relativo ai gas ad effetto serra è applicabile, i suoi requisiti sono da considerarsi aggiuntivi rispetto a quelli della serie ISO 14064.

UNI EN ISO 14064-2:2019

Gas ad effetto serra – Parte 2: Specifiche e guida, al livello di progetto, per la quantificazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra o dell’aumento della loro rimozione

La norma specifica i principi e i requisiti e fornisce una guida, al livello di progetto, per la quantificazione, il monitoraggio e la rendicontazione delle attività destinate a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra o ad aumentarne la rimozione. Essa comprende i requisiti per pianificare un progetto relativo ai gas ad effetto serra, per identificare e selezionare le sorgenti, gli assorbitori ed i serbatoi di gas ad effetto serra (SSRs) pertinenti al progetto ed allo scenario di riferimento, per monitorare, quantificare, documentare e rendicontare le prestazioni dei progetti relativi ai gas ad effetto serra e per gestire la qualità dei dati. La serie di norme UNI EN ISO 14064 è neutrale rispetto ai programmi relativi ai gas ad effetto serra. Se un programma relativo ai gas ad effetto serra è applicabile, i suoi requisiti sono da considerarsi aggiuntivi rispetto a quelli della serie di norme UNI EN ISO 14064.

UNI EN ISO 14064-3:2019

Gas ad effetto serra – Parte 3: Specifiche e guida per la validazione e la verifica delle asserzioni relative ai gas ad effetto serra

La norma specifica i principi e i requisiti e fornisce una guida per validare e verificare le asserzioni relative ai gas ad effetto serra (GHG). Essa può essere applicata alle asserzioni relative ai gas ad effetto serra di organizzazioni, progetti e prodotti. La serie di norme ISO 14060 è neutrale rispetto ai programmi relativi ai gas ad effetto serra. Se un programma relativo ai gas ad effetto serra è applicabile, i suoi requisiti sono da considerarsi aggiuntivi rispetto a quelli della serie di norme ISO 14060.

Per armonizzare le metodologie di calcolo dell’Impronta Ambientale dei prodotti (PEF) e delle organizzazioni (OEF), che includono anche la carbon footprint, la Commissione europea ha sviluppato una metodologia per misurare e comunicare le performance ambientali, basate sul ciclo di vita di un prodotto e di un’organizzazione (Raccomandazione (UE) 2021/2279 della Commissione del 15 dicembre 2021 sull’uso dei metodi dell’impronta ambientale per misurare e comunicare le prestazioni ambientali del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni – GU L 471/1 del 30.12.2021).

È stata inoltre emanata la specifica tecnica UNI ISO/TS 14072:2015, che definisce requisiti e linee guida per la valutazione del ciclo di vita delle organizzazioni e si applica a qualsiasi organizzazione che abbia un interesse nell’applicazione del LCA.

UNI ISO/TS 14072:2015 Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guida per la valutazione del ciclo di vita delle organizzazioni

La ISO/TS 14072:2014 fornisce requisiti e linee guida aggiuntivi per una applicazione efficace della ISO 14040 e della ISO 14044 alle organizzazioni.

La specifica tecnica descrive:
– l’applicazione dei principi e delle metodologie della Valutazione del Ciclo di Vita (LCA) alle organizzazioni,
– i benefici che la LCA può portare alle organizzazioni mediante l’impiego della metodologia LCA a livello organizzativo,
– il confine del sistema,
– considerazioni specifiche in caso di interazioni, ed interpretazioni, con LCI, LCIA e
– le limitazioni relative alle rendicontazioni, alle dichiarazioni ambientali e alle asserzioni comparative.

La specifica tecnica si applica a qualsiasi organizzazione che abbia un interesse nell’applicazione della LCA. Non è destinata all’interpretazione della ISO 14001 e tratta specificatamente gli obiettivi della ISO 14040 e della ISO 14044.

La Specifica Tecnica descrive anche i benefici che il LCA può portare a livello organizzativo, il confine del sistema, le specifiche considerazioni in caso di interazioni ed interpretazioni con il Life Cycle Inventory Analysis (LCI) e Life Cycle Impact Assessment (LCIA) e le limitazioni relative alle rendicontazioni, alle dichiarazioni ambientali e alle asserzioni comparative.

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