Come nasce l’iper ammortamento e come è evoluto? Ripercorriamone le tappe in una breve storia
Dal 2011, anno in cui il termine venne coniato durante un convegno tenutosi alla fiera internazionale Hannover Messe, Industria 4.0 è divenuto sinonimo di fabbrica digitale, interconnessa e intelligente.

Al fine di sostenere la nostra industria nazionale ad affrontare la transizione verso le nuove tecnologie digitali, con la legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di Stabilità 2016) l’Italia quattro anni fa ha dato il via al cosiddetto Piano Industria 4.0, altresì noto come piano Calenda o, più impropriamente, come piano dell’iper ammortamento.
La bontà di questa agevolazione, ufficialmente sancita il 1° gennaio 2017, ha fatto sì che l’iper ammortamento subisse una serie di successive proroghe ed evoluzioni.
Le recenti modifiche apportate dalla legge 27/12/2019 n. 160 (legge di Bilancio 2020), hanno trasformato l’iper ammortamento in credito d’imposta.
Che differenze ha comportato la trasformazione dell’iper ammortamento in credito d’imposta?
Dal punto di vista tecnico i fondamentali per accedere alla nuova agevolazione del credito d’imposta sono rimasti invariati: è sempre necessario fare riferimento a quanto contenuto negli originari allegati A e B, nonché ai 5+2 requisiti tecnici della “vecchia” legge 232/2016.
La trasformazione dell’iper ammortamento in credito d’imposta ha tuttavia consentito di estendere la platea dei potenziali beneficiari di questa misura agevolativa.
Se in precedenza il beneficio dell’iper ammortamento poteva di fatto essere fruito dalle imprese che producevano utili, ora con il credito d’imposta tutte le imprese possono convenientemente accedere all’agevolazione a prescindere dal loro bilancio, ovvero indipendentemente dal fatto di essere in utile o in perdita. Il credito d’imposta è infatti fruibile in compensazione alla stregua di denaro in pronto utilizzo.

In che modo funziona l’agevolazione del credito d’imposta rispetto a quella del “vecchio” iper ammortamento?
Nella sua concezione originaria l’iper ammortamento manteneva inalterato il classico principio contabile dell’ammortamento, ovvero il beneficio si basava sulla deduzione fiscale del costo di acquisizione del bene in quote annuali.
Il costo del bene poteva essere elevato al 250% (maggiorazione del 150%), consentendo di godere di sgravi fiscali in relazione al calcolo delle imposte. Per gli investimenti entro i 2,5 milioni di euro, dal 1° gennaio 2019 la maggiorazione è salita al 170%. Come già detto in precedenza, in caso di bilanci senza utili, l’iper ammortamento si dimostrava una misura del tutto inefficace.
Al contrario dell’originario iper ammortamento, l’attuale disciplina in vigore dal 1° gennaio 2020 (legge di Bilancio n.160 del 27 dicembre 2019) consente alle imprese che investono in beni strumentali 4.0 di sfruttare il beneficio sotto forma di credito d’imposta in cinque quote annuali di pari importo (che si riducono a tre per gli investimenti in software).
La fruizione del credito decorre dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione del bene.
Per l’azienda che ha effettuato l’investimento il credito d’imposta si traduce in buona sostanza in liquidità immediata.
Dunque, qualsiasi azienda, indipendentemente dai suoi parametri di bilancio, può convenientemente utilizzare il beneficio per compensare le imposte che si trova a versare tramite F24.
Ma era più vantaggioso l’iper ammortamento o è più conveniente il credito d’imposta?
L’ultima misura dell’iper ammortamento, rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2019, consentiva ad un’azienda (società di capitali) di ottenere un risparmio globale sull’investimento effettuato in beni strumentali 4.0 pari al 40,8%.
Con il nuovo credito d’imposta, cioè la nuova versione dell’iper ammortamento, gli investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica della fabbrica in ottica 4.0 consentono di contabilizzare un beneficio che si attesta al 40%.
In buona sostanza è possibile affermare che sono cambiate le modalità di fruizione, ma non l’ammontare complessivo del beneficio, che rimane sostanzialmente analogo: 40% vs. 40,8%.

Perché il credito d’imposta sugli investimenti 4.0 è particolarmente conveniente per le PMI?
L’effetto sostanziale delle ultime modifiche è stato quello di aver spostato l’ago della bilancia a favore delle piccole e medie imprese: sono state semplificate le pratiche da espletare e sono state rimodulati i tetti di spesa agevolabili per favorire gli investimenti delle PMI.
La nuova disciplina del credito d’imposta, infatti, smorza sensibilmente i benefici, portandoli progressivamente a zero già dopo la soglia dei 2,5 milioni di euro, il che la rende poco efficace per le grandi aziende che, di norma, pianificano investimenti di ampia portata.
Tuttavia, gli investimenti – anche se con condizioni meno convenienti – sono agevolabili fino ad un totale massimo di 10 milioni di euro.

Sono una micro, piccola o media impresa: che faccio, mi conviene investire?
Finché la disciplina del credito d’imposta lo permetterà (N.B. l’agevolazione scadrà il 31 dicembre 2020) per una PMI, ma anche per una micro impresa, il momento per investire in beni strumentali 4.0 è decisamente propizio.
Innanzitutto, investire in beni strumentali all’avanguardia significa compiere un balzo verso il futuro. Pianificare una transizione verso sistemi di produzione moderni ed efficienti, dotati di capacità di comunicazione digitale e di integrazione con i sistemi gestionali aziendali, significa non solo aumentare la propria competitività, ma anche godere di ritorni economici immediati.
Di seguito proviamo a spiegarlo con un semplicissimo esempio.

Facciamo due rapidi calcoli
L’azienda XYZ decide di acquistare installare e interconnettere in conformità ai requisiti 4.0 un impianto di produzione del valore di 250.000 euro. L’attuale disciplina consente di agevolare l’investimento con un credito d’imposta di 100.000 euro, fruibile in cinque anni in compensazione. Ciò significa che ogni anno l’azienda XYZ gode di un risparmio diretto e immediato di 20.000 euro di imposte. Una bella cifra! Ma non è ancora finita.
Allo scadere del quinto anno dall’interconnessione del bene, l’azienda XYZ decide di vendere l’usato o di permutarlo per l’acquisto di un nuovo impianto, realizzando così un’altra somma, supponiamo di 50.000 euro.
Ciò significa che l’azienda XYZ ha acquistato un bene del valore di 250.000 euro, ma alla fine del quinto anno si è in realtà accorta di averlo pagato solamente 100.000 euro, il 40% del suo costo reale!
Se proiettiamo questo risparmio sulla vita utile del bene (5 anni) ben si comprende come l’azienda XYZ in questo modo abbia accresciuto la sua competitività in termini di efficienza, costi e marginalità. Scusate se è poco!
Allora corro subito ad investire! Si, ma attenzione: è opportuno farlo in modo ragionato (1^a regola d’oro)
Se investimento deve essere, allora necessita di essere ponderato con attenzione e valutato in tutte le sue pieghe. Prima di tutto il consiglio è quello di affidarsi a fornitori seri, referenziati, di comprovata esperienza, possibilmente dotati di un service tecnico direttamente in Italia per far fronte a qualsiasi evenienza.
Ricordate sempre che un investimento sul futuro non si giudica sul “massimo ribasso di prezzo”, bensì sulla sua accurata pianificazione: quindi sulle caratteristiche tecniche dell’impianto, sulle performance, sulla tecnologia adottata e sull’efficienza che se ne può trarre.
Lo stesso vale per il software gestionale: non serve rappezzare soluzioni con consulenti improvvisati, quanto valutare, acquistare, eventualmente personalizzare e interconnettere ciò che veramente è utile per il proprio lavoro: per essere più snelli, efficienti e, quindi, competitivi.

Come faccio ad essere sicuro che il mio investimento sia conforme ai requisiti di legge? Io non sono un tecnico…
A questo punto vi starete sicuramente ponendo la seguente domanda: “chi mi può aiutare a valutare un investimento, a fare un’analisi di scenario e poi seguirmi per svolgere le necessarie pratiche tecniche per accedere all’agevolazione del credito d’imposta?”
Anche in questo caso diffidate dalle facilonerie o dai consulenti improvvisati: le sanzioni in cui l’azienda può incappare, per omissioni ed errori commessi anche in buona fede, sono decisamente salate e potrebbero raddoppiare addirittura il costo d’acquisto del bene. Se non anche portare alla denuncia penale del legale rappresentante.
Se per l’acquisto di un bene è opportuno affidarsi a un fornitore serio ed esperto, a maggior ragione lo è per avere la certezza che l’investimento sia conforme ai requisiti di legge e che, quindi, possa godere delle agevolazioni. Affidarsi a un professionista che sappia il fatto suo è di fondamentale importanza.
Una perizia giurata, anche se in questo caso la nuova disciplina ammette la possibilità di avvalersi di “perizie semplici”, è sicuramente la scelta migliore.
L’ imprenditore che proceda ad avvalersi dei benefici del credito d’imposta mediante perizia giurata rilasciata da un ingegnere iscritto al relativo albo professionale è la soluzione perfetta, in quanto si avvale di un esperto in grado di effettuare correttamente l’assessment 4.0, indicare le azioni eventuali correttive – se ve ne sono da apportare – e, quindi, certificare
l’investimento.

Affidati a chi può fornirti una comprovata esperienza e una solida base di referenze (2^a regola d’oro)
Noi siamo in grado di offrire servizi di consulenza e di affiancamento alle imprese per analisi di fattibilità, valutazione dei fornitori e assessment degli investimenti, nonché di svolgere tutte le pratiche tecniche per poter accedere al credito d’imposta del 40% sugli investimenti in beni funzionali alla trasformazione tecnologica della fabbrica in ottica 4.0 (ex iper ammortamento).
Per noi parlano i numeri: decine e decine di aziende di qualsiasi dimensione operanti in tutto il Nord Italia nei più disparati settori (meccanica, packaging, chimica, alimentare, metallurgia, medicale, stampa, cartotecnica, vetro ecc.), nonché primarie associazioni industriali di categoria si sono affidate con successo alla nostra competenza fin dal 2017 – anno di entrata in vigore della disciplina dell’iper ammortamento – per svolgere attività di analisi, consulenza e assessment 4.0 (pareri tecnici), nonché perizie di vario tipo: semplici, asseverate e giurate.
E non solo. Vantiamo anche una impareggiabile esperienza nel credito d’imposta per le attività di Ricerca e Sviluppo, nonché in molti altri ambiti della finanza agevolata che necessitano competenze tecniche e specialistiche.
Che aspetti a contattarci?

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